Stanislavskij, una geografia teatrale e umana
Giuseppe Liotta, «Hystrio», aprile-giugno 2016.
Invertendo l’ordine di uscita dei tre storici volumi curati da Fausto Malcovati per Ubulibri delle regie di Stanislavskij, ma seguendone l’ordine cronologico delle rappresentazioni, viene ripubblicato ora per Cue Press Le mie regie – Il gabbiano, il primo e probabilmente anche il più tormentato spettacolo messo in scena dal grande regista russo di un testo di Čechov.
Il dettagliatissimo copione di scena, a fronte del testo vero e proprio, è la vera ragione della straordinaria importanza scientifica e culturale del lavoro di Malcovati, il nostro più acuto e appassionato studioso di letteratura russa, di cui in questa nuova uscita editoriale, si ripropone l’illuminante introduzione e il ricco apparato di note. Superfluo dire che questo libro, e gli altri che seguiranno (Zio Vanja, Tre sorelle, Il giardino dei ciliegi), non dovrebbero mancare in nessuna scuola di teatro e di regia degna di questo nome perché alla fine i ‘quaderni’ di Stanislavskij sono veri e propri manuali di una regia creativa colta nel suo dinamico e geniale divenire.
Ed è proprio in quella «catastrofica prima» del Gabbiano, il 17 ottobre del 1896, che nasce il teatro moderno: quell’idea di un nuovo teatro che nasce in palcoscenico, di una scrittura registica diversa dal testo drammatico. Malcovati ripercorre, attraverso una prosa saggistica scientificamente inappuntabile e magistralmente avvincente, il tempo di quelle battaglie teatrali e delle prove, dei febbrili entusiasmi e delle brucianti sconfitte, di rapporti personali difficili, come quello fra Mejerchol’d e Stanislavskij, sullo sfondo di temperie artistiche che avrebbero segnato il destino teatrale di un intero secolo. In tal modo, Fausto Malcovati ci regala, nel suo intrico di saperi, una geografia teatrale e umana densa di contributi specifici, ed entusiasmante per chi ha voglia di conoscere le origini del nostro teatro contemporaneo, e vuole affidarsi a quella «speciale provvidenza» in cui risiede il segreto del teatro e della mortale esistenza.